Una facile camminata perfetta dalla primavera all’autunno con un panorama unico a 360 gradi sulla Carnia.
^^^ E’ scesa la prima neve su Malga Pramosio che raggiungiamo ovviamente in auto. Non ce l’aspettavamo a ottobre un paesaggio così invernale ma ormai l’escursione è programmata ^^^
^^^ Lasciamo l’auto nel parcheggio e risaliamo qualche decina di metri la strada da cui siamo arrivati per trovare il nostro sentiero ^^^
^^^ Seguiremo prima il cartello del sentiero 448a e poco avanti la segnaletica per il nostro percorso, il CAI 404 per il Monte Paular0 ^^^
^^^ Rapido check alla cartina (che vista la neve è stata essenziale dato che i segnalini CAI erano sepolti) e si parte. La cartina se non ce l’hai puoi comprarla a questo LINK ^^^
^^^ Seguiamo il sentiero 404 per il monte Paularo, a causa delle neve ci abbiamo messo 2 ore e 20 ad arrivare… e gli scarponi pieni di neve 😀 ^^^
^^^ Si inizia a salire ^^^
^^^ Bellissima la vista su malga Pramosio, cima Avostanis e sulla creta di Timau ^^^
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^^^ Un cane che vuole il biscotto –
^^^ La salita è molto semplice… con la neve un po’ meno 😀 ^^^
^^^ Inizia la vista sull’altro versante della montagna. Qui le case sopra Cleulis ^^^
^^^ Da qui possiamo vedere il monte Zoufplan, l’osservatorio meteorologico e tutta la cresta del Cimone di Crasulina e oltre che avevamo percorso questa estate durante QUESTA escursione ^^^
^^^ Indovinate chi è il più felice per aver trovato la neve? ^^^
^^^ Saliamo seguendo le orme degli altri che sono fortunatamente passati prima di noi ^^^
^^^ E guardate che vista! ^^^
^^^ Si prosegue verso il Monte Paularo che è già davanti a noi ^^^
^^^ Piccola deviazione per vedere la vista da lassù ^^^
^^^ Dietro di me il monte Paularo ^^^
^^^ Unica parte in cui fare un po’ d’attenzione se c’è neve ^^^
^^^ Sulla destra il monte Dimon ^^^
^^^ Ecco la croce del monte Paularo 2043 m ^^^
^^^ Il monte Dimon e i laghetti immersi in questa nuvola ci hanno fatto desistere dall’andare fino a là ^^^
^^^ La vista dal monte Paulare è incantevole! ^^^
^^^ Davanti a noi il monte Terzo e le case di Cleulis ^^^
^^^ Una bella vista a 360 gradi da quassù ^^^
^^^ Pausa panino abbastanza in velocità visto il freddo pungente e si ritorna indietro ^^^
^^^ Torniamo indietro lungo lo stesso sentiero CAI 4040 in un oretta e qualcosa ^^^
^^^ Finalmente un segnalino CAI 😀 ^^^
^^^ Momento pisolino sempre sulla neve, vuoi mai che il cane abbia ogni tanto freddo! ^^^
^^^ Al ritorno si ha una bellissima prospettiva sulla creta di Timau che imbiancata è ancora più affascinante! ^^^
^^^ Il Gamspitz ^^^
^^^ Ahahah ogni volta che cerco qualcosa nello zaino ho l’assistente.. ^^^
^^^ Si ritorna alla macchina dopo un piacevole trekking di 3 ore, senza grandi salite, con viste mozzafiato durante tutta l’escursione. ^^^
^^^ Arrivati nel nostro locale preferito per bere ottime birre artigianali a Paluzza: Osteria da Cleve ^^^
^^^ Il cartello per il distanziamento più bello della storia 😀 ^^^
^^^ E’ ora di cena e siamo sbarcati al ristorante pizzeria “La Torate”. Non potevamo non prendere le loro famose patatine fritte con le salsine gnam gnam!! ^^^
^^^ Oggi abbiamo voglia di pizza ma “La Torate” è famosa anche per la carne alla griglia e le costine piccanti! ^^^
^^^ E anche per il tiramisù! ^^^
CAMMINATA AUTUNNALE A PALUZZA
Domenica di inizio ottobre.
È ancora presto per puntare a una camminata improntata sul “foliage” nella nostra regione così, a metà settimana, io e Simone avevamo già deciso di venire a fare questo semplice trekking “sopra Paluzza” per poi dilungarci in giro per il paese.
Paluzza rimane una delle nostre mete preferite in regione per il trekking e il post-trekking se volete sapere cosa vi state perdendo DATE UN’OCCHIATA ALLA GUIDA ” TREKKING E NON SOLO A PALUZZA” CHE HO SCRITTO TEMPO FA.
Raggiungiamo in auto malga Pramosio che in inverno non si può raggiungere causa neve ma adesso si sale ancora senza problemi.
Sulle nostre teste splende il sole ma tutto intorno a noi la prima nevicata dell’anno ha coperto le montagne di parecchi centimetri di neve.
Scendiamo dalla macchina, l’aria è frizzantina e lo ammetto, non mi aspettavo così tanta neve.
SI PARTE VERSO IL MONTE PAULARO
Contenti di aver preso su tutto, e per tutto intendo guanti, piumino, cuffia, scaldacollo, etc.. ci vestiamo bene mettendo il resto nello zaino e ci incamminiamo sulla strada asfaltata appena percorsa in macchina alla ricerca del segnalino CAI.
Un attimo di incertezza prima di avviarci sul sentiero giusto grazie alla provvidenziale cartina tabacco che Simone sventola pomposo ogni volta che non troviamo la direzione, e così seguiamo per qualche decina di metri il CAI 448a e poi troviamo il segnalino giusto che ci indica CAI 404 Monte Paularo in 1 ora e 45.
Giorgino, quando siamo arrivati sul sentiero, è letteralmente impazzito.
Una delle cose che ama di più (oltre a dormire sui nostri cuscini… -_-“” ) è decisamente la neve.
Ha iniziato a correre, saltare, mordere la neve, come un pazzo per almeno 5 minuti 😀 hahaha mi fa morire dal ridere quando fa quella faccia da fagiolo con il muso tutto bianco.
Abbiamo avuto un mese e mezzo impegnativo sul fronte lavoro e vita privata e questa è la prima escursione che facciamo.
Io sono contenta di fare una camminata corta senza troppa salita. Mi sento assolutamente fuori forma.
O forse è il freddo che mi impigrisce, chi lo sà.
Ad ogni modo iniziamo la camminata lungo il 404.
La salita è semplice ma piena di neve.
I nostri piedi affondano in almeno 15 centimetri di neve fresca e mentre gli scarponi sono resistenti all’acqua, per la neve che si insinua dal collo del piede non c’è niente da fare.
Risultato: calzini zuppi, piedi zuppi, dita che nuotavano con le rane.
Yuhuuu!
LA LEGGENDA DI SILVERIO E DE “LA MUSA”
Raggiungiamo in un baleno forcella Fontanafredda e proseguiamo camminando sull’orlo dell’incredibile frana de “La Musa”.
Questo anfiteatro roccioso che confluisce nel rio Moscardo ben visibile anche dalla strada di fondovalle o da Cleulis, è caratterizzato ancora oggi da continue frane e soprattutto da leggende.
La più conosciuta è quella del signor Silverio, un’abitante della zona molto avido che andava di notte a spostare i confini e pensava di poter ottenere il monte con un colpo di mano. Giurò il falso davanti al giudice e per questo morì.
Venne condannato dal diavolo a picconare “la musa” per tutta l’eternità per espiare i suoi peccati.
Ancora oggi quando ci sono cedimenti e frane si dice “starà picconando Silverio”.
SIAMO GIÀ ARRIVATI?
Unica difficoltà di giornata il fatto che i segnalini CAI fossero nascosti dalla neve ma vari escursionisti passati prima di noi, avevano lasciato le loro tracce e non abbiamo avuto grandi difficoltà a trovare la via.
Se non ci fosse stata la neve, avremmo sicuramente proseguito la nostra escursione fino al monte Dimon e al lago.
Il tempo di fare qualche foto dalla croce sulla cima del Monte Paularo, mangiare un panino e bere il the’, che una bruttissima nuvola bassa inizia a coprire tutto.
Non riusciamo piú a vedere a fondovalle, il monte Dimon e metà della salita che abbiamo appena fatto per raggiungere la cima.
Io inizio a preoccuparmi.
Lo dico spesso nelle stories su Instagram, io e Simone non siamo due che andiamo a cercar guai, se la situazione si mette male giriamo i tacchi e ce ne andiamo.
Oggi è successo tutto veramente all’improvviso.
La vista verso nord è limpida, cielo azzurro e ottima visibilità. Nella conca del lago Dimon e tutto intorno invece, una pesante nuvola riduce la visibilità e si sta espandendo abbastanza velocemente.
Dico a Simone che è meglio muoversi, scendiamo seguendo la cresta fino a raggiungere il sentiero.
Senza girarci indietro rifacciamo il pezzettino un po’ più esposto che corre lungo il versante nord-orientale del monte Paularo, passiamo di fianco al baratro su “la musa”, raggiungiamo la forcella ed ecco di nuovo il sole.
Alla fine la nuvola aveva deciso di stazionare sopra il Dimon e il monte Paularo regalandoci un ritorno sereno con un cielo azzurro sopra le nostre teste.
Raggiunta la macchina dopo un escursione di appena 3 ore e mezza ci siamo diretti a bere l’aperitivo nel nostro localino preferito a Paluzza: l’osteria Da Cleve specializzato in birre artigianali sempre diverse e un oste (nonché il titolare) veramente preparato e con cui è veramente bello scambiare quattro chiacchiere.
Ci hanno raggiunto anche alcuni amici del luogo e il presidente dell’albergo diffuso di Paluzza e visto che si era fatta ora di cena ne abbiamo approfittato per andare a mangiare qualcosa al ristorante pizzeria “La Torate” qui a Paluzza che è sempre una garanzia :D.
END
Ogni volta che io e Simone passiamo una giornata in zona Paluzza ne usciamo contentissimi.
E’ proprio il combo di ottimi trekking, panorami mozzafiato, gente piacevolissima con cui parlare, ospitalità, ottime birre e ottima cena, tutto in una giornata.
Escursione super consigliata (ma non in inverno perchè non potreste raggiungere malga Pramosio in auto) e senza neve adatta a tutti.
Consiglio anche un giretto in centro al paese nel negozio di ceramiche e artigianato di Sara Delle Zotti, incantevole!
INFO DELLA CAMMINATA DA MALGA PRAMOSIO AL MONTE PAULARO:
Partenza: Malga pramosio, Paluzza, Udine, Friuli Venezia Giulia.
Arrivo: Monte Paularo
Tempi: 3 ore
Sentiero: CAI 404
Dislivello: 500 metri
Difficoltà: facile.
Adatta a chi: tutti (ovviamente per i bambini molto piccoli bisogna fare attenzione nei tratti esposti).
Consigli: assicurarsi che non ci sia neve sulla strada per raggiungere malga Pramosio.
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