Un trekking pazzesco che con i suoi 1240 metri di dislivello vi porterà fino all’altipiano calcareo del Canin, al bivacco Marussich a quota 2040 m e al rifugio Gilberti 1850 m.
^^^ Buongiorno! Sono le 8.00 di mattina e siamo già arrivati in montagna. Oggi faremo un giro piuttosto lungo ma decidiamo comunque di fermarci al Fontanone di Goriuda in Val Raccolana (Chiusaforte, UD) ^^^
^^^ Riuscite a trovarmi? ^^^
^^^ Girano tante leggende in queste zone. Si dice che sul Canin viva il diavolo e aspetta il calar del sole per combinare guai. Il fontanone di Goriuda invece, sarebbe stato abitato da un orco maligno che venne sconfitto grazie a un uomo del villaggio, stanco delle angherie dell’orco e che decise di affrontarlo. Gli sparò con una pallottola incisa da una croce e grazie a tante preghiere a santa Barbara l’orco fu sconfitto ma il nome rimase. Goriuda sembra derivi da “Guriùz” che a sua volta deriva dalla parola latina “curiosus” che significa “curioso/indiscreto” e indicavano nani trogloditi, curiosi e molesti che tormentavano i viandanti e le persone del villaggio. ^^^
^^^ Noi non abbiamo trovato nani molesti al fontanone ma un Cagnolino Nasone e curiosone sì! Infatti appena arrivati si era già lanciato in acqua! ^^^
^^^ Giorgino che sta pensando “Mollami che mi faccio un altro bagno!! ^^^
^^^ La cascata del fontanone di Goriuda sgorga dal versante settentrionale del Canin ^^^
^^^ E’ possibile seguire un sentiero fino alla grotta dove sgorga l’acqua del fontanone ^^^
^^^ La grotta è visitabile con le guide del parco – tutte le info qui – ^^^
^^^ Dopo questo inizio in completo relax al fontanone ora si fa sul serio. Parcheggiamo l’auto negli unici 5 parcheggi che trovate sulla sinistra salendo dalla “trattoria Fontanon di Goriude” verso Sella Nevea e prendiamo il CAI 645 che parte subito con alcuni pezzi attrezzati (ma molto facili. Sconsiglio di portare il cane passando di qui). ^^^
^^^ Troverete parti con catena, come nella foto e una scaletta. ^^^
^^^ Vi descrivo in poche parole le prime 3 ore di camminata: salita, salita, fatica, salita. AH sono 4!? È perché c’è tanta salita! ^^^
^^^ Dopo un ora e mezza molto faticosa, abbiamo raggiunto Casera Goriuda di sopra dove un gruppo di speleologi la stava usando come base e mentre passavamo abbiamo visto che stavano studiando le mappe delle grotte in zona. Il giorno dopo hanno scoperto la grotta più estesa d’Italia. ^^^
^^^ Intorno alla casera ci sono migliaia di arbusti di lamponi ^^^
^^^ Da qui la vista sul Montasio è eccezionale ^^^
^^^ Siamo arrivati sotto il “Col delle Erbe” ^^^
^^^ Dopo 2 ore e mezza (tutte in salita) finalmente usciamo dal bosco,- YEAHHH!!! – Stava diventando un po’ monotono.. ^^^
^^^ Qui sotto sulla destra c’era una grotta piena di neve.. meno male non l’ha vista Giorgino se no’ chi lo fermava! ^^^
^^^ Ed ecco il monte Canin! Appena il tempo di fare una foto e la nuvola l’ha coperto completamente ^^^
Ti è piaciuto questo trekking?
^^^ E ora andiamo di là ^^^
^^^ Sopra di noi il Bivacco Speleologico Davanzo ^^^
^^^ Il panorama che ci lasciamo alle spalle ^^^
^^^Dopo 3 ore di salita-salita un momento di pausa ci sta! ^^^
^^^ Piano piano il panorama sta cambiando e le rocce sono sempre più mumerose ^^^
^^^ Qui si distingue molto bene il sentiero che stiamo per affrontare ^^^
^^^ Il Mangart con a destra il piccolo bivacco speleologico ^^^
^^^ Paesaggio impressionante e bellissimo ^^^
^^^ Guardate come sono belle queste collinette verdeggianti anticamente formate delle masse di deposito del ghiacciaio scomparso ^^^
^^^ Si sale! Passaggio un po’ scomodo ma non difficile ^^^
^^^ Ed eccoci arrivati e ovviamente..c’è nebbia!! ^^^
^^^ Il bivacco Marussich a 2040 m ^^^
^^^ E dopo 4 ore di fatica mista a felicità siamo arrivati alla prima meta di oggi!! ^^^
^^^ Subito sopra il bivacco la vista è incantevole…peccato per le nuvole uffa!!! ^^^
^^^ No photo please! ^^^
^^^ Selfie ad alta quota per “fermare” il momento! ^^^
^^^ Dietro di noi la catena del Montasio ^^^
^^^ Hahaha foto idiota e ora possiamo andare! ^^^
^^^ Ci mangiamo il panino davanti al bivacco e intanto studiamo la cartina – ti manca la cartina per questa camminata? Puoi comprarla a questo link QUI – ^^^
^^^ Il bivacco viene preso d’assalto da uomini e donne che si levano i calzini… scusate ma era meglio non avvicinarsi 😀 ^^^
^^^ Ora prendiamo il panoramicissimo sentiero CAI 632 che con facili sali e scendi ci porterà fino al rifugio Gilberti ^^^
^^^ Il famoso “paesaggio lunare” sull’altipiano calcareo del Canin ^^^
^^^ Siamo arrivati a Sella Bila Pec a 2005 m dove incontriamo un vecchio edificio militare ^^^
^^^ Ecco il bellissimo monte forato dove la leggenda vuole che questa sia la finestra dalla quale sbircia il diavolo ^^^
^^^ Per la nostra discesa abbiamo deciso di seguire il sentiero botanico del Bila Pec ovvero il CAI 632a ^^^
^^^ Ve lo consiglio vivamente, questo sentiero circondato di fiori è un incanto! ^^^
^^^ Davanti a Simone e Giorgino le piste del Canin in veste estiva ^^^
^^^ Ecco il rifugio Gilberti che noi ci lasceremo sulla destra e andremo dritti a valle seguendo il CAI 635 ^^^
^^^ Seguiamo il sentiero che ci porta alle pendici del monte Bila Pec dove camminiamo sotto questa bellissima parete d’arrampicata ^^^
^^^ Sella Nevea è vicina, se volete tornare alla macchina al bivio seguite per il CAI 645a che vi condurrà alla casera Goriuda di Sopra e giú fino al parcheggio ^^^
^^^ Noi abbiamo invece deciso di andare a Sella Nevea per non dover fare il pezzo di scalette con il cane, abbiamo preso la corriera che in estate passa spesso, siamo scesi 1 km dopo l’auto e siamo risaliti a piedi ^^^
INTRO
Ferie giorno 2.
Oggi è sabato, ieri ci siamo fatti la camminata da malga Coot, nel parco delle Prealpi Giulie, fino al monte Guarda passando per il passo di Infrababa Grande – tutto il post lo puoi trovare QUI – la sera era il compleanno del papà di Simone che ha organizzato una super festicciola in giardino e stamattina eccoci svegli all’alba per partire presto e goderci un po’ il fresco mattutino.
Decidiamo di passare anche a vedere il fontanone di Goriuda.
Io non c’ero mai stata.
IL FONTANONE DI GORIUDA
Il fontanone di Goriuda si inizia già ad intravedere mentre si percorre la Val Raccolana con l’auto.
Una cascata altissima che sbuca dal versante settentrionale del Canin dove confluiscono tutte le sue acque inabissate.
La vista al primo impatto è incantevole, ancora di più durante il disgelo quando la portata d’acqua è decisamente superiore rispetto a oggi che siamo in agosto.
Giorgino in meno di 2 secondi ha collegato cascata-acqua ed è partito come un razzo, ovviamente, dalla parte sbagliata.
Inizia a correre su e giù ma non riesce a raggiungere l’acqua, dopo 10 urli (meno male che è presto e ci siamo solo noi) riusciamo a farlo venire con noi prima dietro la cascata e poi giù fino al laghetto.
Vi risparmio alcune foto ignoranti che ci siamo fatti io e Simone tipo: io che sembra beva dalla cascata, la cascata che ci piove in testa, Giorgino e la polenta finta.. vabbè insomma se non ci siete mai venuti, la prossima volta che venite in zona Sella Nevea non potete perdere la camminata di appena 10 minuti fino al fontanone di Goriuda.
SE SIETE CON BAMBINI
Se siete con bambini potete organizzare una giornata divertente unendo la visita al fontanone di Goriuda raccontando magari le sue leggende, con qualche ora al “Parco Avvenura di Sella Nevea” dove sia i bambini che gli adulti si divertiranno come matti in percorsi costruiti tra gli alberi dove dovrete affrontare imbragati carrucole, ponti tibetani, travi e barili, tutto in totale sicurezza.
Vi posso assicurare che sia io che molti miei amici lo abbiamo fatto da adulti e ci siamo divertiti una cifra!!
HO TROVATO SU INTERNET QUESTA LEGGENDA
“Gli abitanti della Val Raccolana erano perseguitati da un orco maligno che si divertiva a spaventare i viandanti attardatisi dopo l’Ave Maria ed a fare alle donne ogni sorta di cattiverie. Un uomo di Stretti, stancatosi di queste continue prepotenze, decise di vendicarsi. Caricò il fucile da caccia con polvere benedetta, un pezzo di cero pasquale, due foglie di olivo ed un pallettone, sul quale incise una croce, poi si mise in attesa. Quando l’orco comparve al Pian de la Sega, egli ordinò ai figli di pregare e, presa accuratamente la mira, lasciò partire il colpo dicendo: “Santa Barbara benedetta, fa che il colpo vada dritto”. L’orco lanciò un urlo ed arrancò zoppicando verso il Fontanòn ed i suoi lamenti si sentirono fino a Saletto. Dopo 15 giorni uscì dalla grotta e con tre passi raggiunse la casa del suo feritore, al quale si rivolse, gridando giù per il camino: “Me l’hai fatta, me ne vado e mai più mi vedrai da queste parti”. Fu così che la valle fu finalmente liberata dall’orco”.
SI PARTE LUNGO IL CAI 645
Basta sciocchezze, è il momento di fare fatica!
Dopo aver bevuto un caffè alla “Trattoria Fontanon di Goriude” dove avevamo lasciato l’auto, ripartiamo in direzione di Sella Nevea.
Subito dopo una curva vediamo un parcheggio sulla sinistra, sul ciglio della strada (il primo e unico dopo la trattoria) parcheggiamo e vediamo il sentiero CAI 645 dall’altra parte della strada.
La farò breve.
Abbiamo fatto 4 ore di salita parecchio tosta ma il panorama che si incontra man mano che si sale è qualcosa di incredibile.
Il primo tratto è totalmente immerso nella vegetazione, per la prima ora si cammina attraverso un bellissimo bosco di faggi dove il pratico sentiero è intervallato ogni tanto da scalette o tratti di roccia calcarea che superiamo grazie all’aiuto di cavi metallici posti un po’ ovunque.
Non spaventatevi non è niente di complicato, anzi, però ci sono un due punti in cui se si cade potrebbe diventare molto pericoloso quindi – FARE ATTENZIONE.
IL SENTIERO ATTREZZATO
Noi siamo con Giorgino, perchè abbiamo deciso di fare questo sentiero?
Perchè in una cartina questo punto lo metteva puntinato, nella tabacco invece metteva sentiero normale quindi nel dubbio abbiamo provato.
Tutto bene fino a quando siamo arrivati al punto delle scalette, se è solo una salita più ripida come nelle parti con i cavi d’acciaio Giorgi non ha nessun problema inoltre lo tenevamo al collare ma le scalette non ha, ovviamente, ancora imparato a farle 😀
Come fare?
Ho aggirato le scalette salendo per il bosco. Sinceramente vi consiglio, se avete cani, di non fare questa parte di camminata, infatti noi abbiamo deciso che saremmo scesi da un altra parte.
A parte questo metro che ci ha messo un pò in crisi, perchè non eravamo sicuri che quella fosse l’unica scaletta (meno male c’è solo quella), siamo riusciti a superare la parte attrezzata e siamo arrivati alla Casera Goriuda di Sopra.
Qui decine e decine di speleologi spostavano attrezzatura, montavano tende e studiavano mappe.
Bellissimo osservarli in tutto quel fuggi fuggi generale e ancora più bello quando il giorno dopo hanno dato la notizia che proprio sul Canin era stata scoperta la grotta più estesa d’Italia. Bravi ragazzi!
Giorgino ovviamente si è preso la sua dose di coccole anche dagli speleologi mentre aggiravamo la casera per ritrovare il sentiero.
Subito dopo la casera rimaniamo sorpresi nel trovare migliaia di arbusti di lamponi pieni zeppi di piccoli frutti. Non potevamo lasciarli lì e così dopo una gran bella merenda ripartiamo soddisfatti.
IL COL DELLE ERBE
Alle 12.00 in punto sbuchiamo fuori completamente dal bosco che viene sostituito da piccoli pini mughi tutti intorno al sentiero e dalla famosa roccia calcarea che caratterizza l’altipiano del Canin.
Davanti a noi la parete del Col delle Erbe. Ancora non si vede ma sopra, c’è uno dei tanti bivacchi speleologici del Canin, in questa zona infatti ci sono oltre mille tra grotte e forre amate e studiate dagli speleologi di tutto il mondo.
Ci lasciamo il Col delle Erbe sulla sinistra continuando la salita per il sentiero ben visibile.
A quota 1850 ecco finalmente aprirsi il panorama sul monte Canin e sulle cime circostanti.
Una grossa nuvola sta arrivando, oggi c’è un sacco di vento, il tempo di scattare 4 foto ed eccolo scomparso.
Abbiamo fatto appena in tempo!
Arrivati all’altipiano del Foran dal Muss
Tutta la camminata che faremo oggi fa parte del “sentiero geologico del Foram dal Muss” e trovate la guida nello shop della sede del Parco a Prato di Resia (UD).
In tutto l’altipiano e grazie all’aiuto della guida, si possono studiare i vari fenomeni geologici del massiccio del Canin.
Pensate che qui fino a qualche migliaio di anni fa c’era un esteso ghiacciaio e solo le cime più alte si salvavano dall’azione modellatrice del ghiaccio.
Quando trovate quei lastroni di calcare lisci e levigati su cui è un piacere sedersi e mangiarsi un panino, sono il frutto dell’azione dei ghiacci dal quale erano completamente coperti.
Ci addentriamo attraverso il Foran dal Mus con gli occhi pieni di scoperta.
Abbiamo appena superato una grotta piena di neve che abbiamo appena scoperto (grazie alla guida) avere un pozzo profondo 85 metri!!
Studiamo varie formazioni rocciose con le cosiddette “scannellature” o “campi solcati” ovvero pareti di roccia o massi che presentano solchi in superficie che sembrano quasi siano stati lasciati da un aratro di passaggio.
Scopriamo che ci sono migliaia di grotte, pozzi e forre in tutto il massiccio e che si trova proprio qui il pozzo carsico piú profondo del mondo, è il “Vertiglavica” e misura 603 metri di caduta verticale diretta ( e infatti per tutta una serie di motivi Giorgino è stato al guinzaglio tutto il giorno!).
Insomma, in questo altipiano carsico ci siamo persi a guardare i massi, la vita intorno a loro, a scoprire nevai e a guardare i solchi sulle rocce. Ci siamo soffermati sulle pareti per cercare di capire dove il ghiacciaio arrivava e tutto questo ci ha reso estremamente felici.
Felici di essere qui, di poter sapere di più delle origini di questo posto, felici che questo posto pazzesco sia in Friuli Venezia Giulia.
IL BIVACCO MARUSSICH
Ed ecco dopo 4 ore di fatica (molto faticosa) il tanto agognato bivacco Marussich di verde vestito.
Ovviamente una nuvola decide di coprire tutto proprio in quell’istante quindi passiamo oltre e saliamo delle rocce lì accanto per gustarci la vista sul Montasio.
Le cime sono un po’ coperte ma nel complesso la vista è ottima e quando scendiamo di nuovo al bivacco la nuvola si è alzata e possiamo mangiarci il panino al sole.
Il bivacco è preso d’assalto da un gruppo di Sloveni che si levano gli scarponi, occupano tutto il bivacchino e iniziano a tazzare birre tutti insieme.
L’unica cosa che non mi è piaciuta è il numero di lattine di birra che ho visto incastrate nelle rocce a diversa profonditá. Trovo assurdo portarsi dietro delle birre fino qui e poi aver così poco rispetto nell’abbandonarle intorno al bivacco. Animali!
ALLE PENDICI DEL PICCO DI CARNIZZA
Studiamo la cartina e visto che non vogliamo fare nuovamente il pezzo attrezzato decidiamo di raggiungere il rifugio Gilberti lungo il CAI 632 camminando lungo le pendici del Picco di Carnizza dove anche qui possiamo studiare i fenomeni geologici lungo le pareti.
Alla nostra sinistra, la gigantesca conca del massiccio dove si trova il così chiamato “ombelico del Canin” ovvero l’Abisso Boegan che venne scoperto ed esplorato dal 1962.
Il Boegan con i suoi oltre 600 metri di profondità vanta una serie incredibile di abissi ma le due verticali più profonde misurano 150 e 128 metri. Il fondo è formato da un lago-sifone e anche le sue acque escono dal Fontanone di Goriuda.
SI SCENDE LUNGO IL SENTIERO BOTANICO DEL BILA PEC
Siamo arrivati a Sella Bila Pec dove troviamo la casermetta militare che serviva come supporto al ricovero Canin di cui ora rimangono solo le fondamenta. Questo era un punto di controllo lungo i percorsi delle linee di rifornimento durante la Prima Guerra mondiale e tutta questa zona fu teatro di aspre battaglie che questa casermetta da poco restaurata aiuta a non dimenticare.
Decidiamo di scendere lungo il percorso botanico CAI 632a che ci fa fare una piacevole camminata in discesa in mezzo a migliaia di fiorellini colorati unici per riuscire a resistere in questi ambienti estremi.
Non ci fermiamo al rifugio Gilberti ma passiamo sotto l’imponente parete del Bila Pec dove stanno arrampicando e scendiamo come se ci stessero correndo dietro giù lungo il 635.
Sarà che sono tipo 6 ore e passa che camminiamo quindi trovo la discesa fino a Sella Nevea veramente noiosa e quando – finalmente – arriviamo all’attacco della funivia inizia il “e mho come torniamo alla macchina?”.
CI SIAMO QUASI
Sella Nevea dista 6,5 chilometri dal Pian della sega, dove abbiamo lasciato l’auto e in mezzo oltre a tanta altra strada su asfalto che non ho la minima intenzione di fare, ha anche varie gallerie che con un cane al seguito ritengo parecchio pericolose.
Ci sono 2 opzioni: corriera o autostop di uno di noi che dopo tornerà su con l’auto.
Simone il timidone non ha la minima intenzione di chiedere un passaggio a qualcuno, neanche il tempo di pensarci un attimo che arriva la corriera in piazza a Sella Nevea.
Accettano anche i cani a bordo così non ci pensiamo 2 volte e saliamo tutti e 3 a bordo.
Se fossimo stati senza il cane saremmo rientrati alla macchina facendo il CAI 645a e poi giù da Casera Goriuda di Sopra fino alla macchina.
La corriera ci ha lasciato un chilometro dopo il parcheggio così Simone mi ha lasciato cane e zaini e da solo è tornato sù a prender l’auto, ma almeno era più leggero!
END
Questa camminata è stata pazzesca, probabilmente una delle più faticose ma la più soddisfacente da ogni punto di vista. Ho adorato perdermi tra le rocce e risalire pendii erbosi che sembravano quasi finti per quanto erano belli. Poi la vista dal bivacco e poi ancora l’attraversamento nel classico “paesaggio lunare” che contraddistingue il Canin.
Vabbè in poche parole giro bellissimo e consigliatissimo!
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INFO DELLA CAMMINATA AD ANELLO BIVACCO MARUSSICH E RIFUGIO GILBERTI :
Partenza: Primo parcheggio che trovate sulla sinistra (ci staranno 6 macchine) andando verso Sella Nevea dalla “trattoria Fontanon di Goriude” , Chiusaforte, Friuli Venezia Giulia.
Arrivo: Bivacco Marussich, rifugio Gilberti
Tempi: 7,30 ore
Sentiero: CAI 645 – CAI 632 – CAI 632a – CAI 635 – CAI 645a – CAI 645
Difficoltà: esperti.
Adatta a chi: adulti abituati a lunghe camminate e che non hanno problemi a fare piccole vie attrezzate e parti esposte.
Info per chi ha cani: consiglio assolutamente di tenerli legati in quanto ci sono tanti buchi in cui potrebbero cadere e farsi male. Non consiglio invece la prima parte della mia camminata di oggi in quanto c’è una scaletta.
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